Ursula von der Leyen apre il suo intervento all'Italian Tech Week raccontando una storia che fa riflettere. Era il 2007. Due amici di liceo, Marco Palladino e Augusto Marietti, si ritrovavano in un piccolo garage di Milano con il minimo indispensabile per programmare e un'idea che consideravano vincente. Per tre anni girarono l'Italia in lungo e in largo cercando finanziamenti. La risposta fu sempre la stessa: troppo giovani, troppo audace il progetto, troppo rischioso.
Così fecero le valigie e partirono per San Francisco. Ci vollero appena due settimane per trovare il primo investitore. Poco dopo, la loro startup Kong divenne un unicorno. A fine 2024, con una valutazione di 2 miliardi di dollari, compariva sui maxischermi della Nasdaq Tower a Times Square. "È incredibile il talento che abbiamo in Italia e in Europa", ha detto Von der Leyen in italiano. "A volte, però, non basta.
C'è bisogno anche di un ambiente propizio. Voglio un'Europa alla vostra altezza".
La storia di Kong non è un caso isolato. È il sintomo di un ritardo strutturale che sta svuotando l'Europa dei suoi migliori talenti. E che la presidente della Commissione europea intende affrontare con una delle proposte più ambiziose per rilanciare la competitività del Vecchio Continente: il cosiddetto "28esimo regime", un nuovo quadro giuridico opzionale che dovrebbe rivoluzionare il modo in cui startup e PMI innovative operano nell'Unione.
Il paradosso europeo: tanti risparmi, pochi investimenti
Le cifre presentate da Von der Leyen a Torino sono eloquenti. "Il primo problema, il più evidente, è la mancanza di finanziamenti. E vi dirò una cosa che vi sorprenderà: in Europa i capitali non mancano". Il risparmio delle famiglie europee raggiunge quasi 1.400 miliardi di euro, contro poco più di 800 miliardi negli Stati Uniti. Eppure qualcosa non funziona: in Europa solo il 24% della ricchezza finanziaria delle famiglie è investito in equity, rispetto al 42% negli Stati Uniti.
Il risultato? Un terzo degli unicorni europei finisce per lasciare il continente. In Italia, pur con investimenti in venture capital aumentati del 600% in un decennio, il numero di unicorni rimane esiguo. "Non possiamo accettare che i nostri talenti più brillanti siano costretti ad andarsene per avere successo", ha scandito Von der Leyen dalle OGR di Torino.
La frammentazione che blocca l'Europa
"Viviamo in un'epoca in cui una linea di codice può attraversare il continente in un millisecondo, mentre la startup che l'ha creata resta bloccata alla frontiera", ha detto la presidente della Commissione. Il mercato unico è frammentato. "Troppo spesso è più facile espandersi in un altro continente che in Europa. Affrontare 27 diverse legislazioni e burocrazie può diventare un incubo".
L'annuncio di Torino: arriva il 28esimo regime
È in questo contesto che Von der Leyen ha annunciato dalla platea dell'Italian Tech Week la soluzione: "La Commissione propone un approccio completamente nuovo per cambiare il modo in cui le imprese innovative operano in tutta Europa: il 28esimo regime". La proposta legislativa arriverà sul tavolo di Bruxelles all'inizio del 2026.
"Voglio che sia vero anche per voi quello che è vero per una startup di San Francisco che scala negli Stati Uniti", ha detto guardando i giovani innovatori presenti alle OGR. Il 28esimo regime dovrebbe permettere alle startup europee di operare in tutta l'UE con un unico set di regole unificato, senza dover più navigare tra 27 diverse normative nazionali.
La presidente ha anche annunciato altre misure per sostenere l'ecosistema tech europeo: il fondo Scaleup Europe, con investimenti multimiliardari in partnership con privati per sostenere settori strategici dall'IA alle tecnologie quantistiche, e la strategia "AI First" per accelerare l'adozione dell'intelligenza artificiale in Europa.
Ma è il 28esimo regime la proposta che potrebbe davvero cambiare le regole del gioco. "Di certo non facendo a pezzi la nostra legislazione: sono norme concordate che garantiscono certezza e prevedibilità. Serve però semplificare, facilitando l'innovazione", ha precisato Von der Leyen.
Da Draghi a Von der Leyen: la genesi dell'idea
L'idea del 28esimo regime che Von der Leyen ha annunciato a Torino non nasce dal nulla. È una delle raccomandazioni centrali del rapporto sulla competitività europea che Mario Draghi ha presentato nel settembre 2024 su richiesta della stessa Von der Leyen. L'ex presidente della BCE e premier italiano aveva identificato nella frammentazione normativa uno dei principali ostacoli alla crescita delle imprese innovative europee.
Nel suo rapporto, Draghi aveva sottolineato il dato impietoso che Von der Leyen avrebbe poi ripreso nei suoi interventi: non esiste nessuna azienda dell'UE con una capitalizzazione di mercato superiore a 100 miliardi di euro che sia stata creata da zero negli ultimi cinquant'anni, mentre negli Stati Uniti le success story si moltiplicano. Il problema? Le startup europee devono confrontarsi con 27 diverse normative nazionali, un labirinto burocratico che rallenta la crescita e spinge molte imprese a trasferirsi oltreoceano.
Anche Enrico Letta, nel suo rapporto sul mercato unico intitolato "Much more than a market" presentato ad aprile 2024, aveva proposto questa soluzione: "Questa idea del 28esimo regime o 28esimo Stato virtuale è volta a trovare un compromesso tra la volontà di tutti gli Stati membri di mantenere la propria normativa e la necessità di procedure accelerate per gli investimenti".
La proposta ha poi trovato spazio nei programmi ufficiali della Commissione. Nel discorso sullo Stato dell'Unione del 10 settembre a Strasburgo, Von der Leyen ha inserito il 28esimo regime nella tabella di marcia per il mercato unico fino al 2028, accanto ad altri obiettivi come la quinta libertà per la conoscenza e l'innovazione.
Il modello Delaware: l'ispirazione americana
L'ispirazione per il 28esimo regime viene direttamente dagli Stati Uniti, e più precisamente dal Delaware. Questo piccolo stato della East Coast americana ha creato un sistema normativo così favorevole alle imprese che il 67% delle aziende della Fortune 500 – da Walmart ad Amazon, da ExxonMobil ad Apple – hanno scelto di costituirsi lì.
Il successo del modello Delaware sta nella sua semplicità: un unico insieme di regole, procedure rapide ed efficienti, costi contenuti. Una startup californiana può espandersi e raccogliere fondi in tutti gli Stati Uniti senza dover affrontare 50 diverse legislazioni statali. Al contrario, come ha ammesso la stessa Von der Leyen, "le nostre startup innovative devono confrontarsi con 27 diverse normative. Vogliamo proporre un 28esimo regime che darà loro accesso all'intero mercato unico e la possibilità di crescere".
Cosa prevede il 28esimo regime
Il 28esimo regime non intende sostituire le legislazioni nazionali, ma offrire un'alternativa volontaria. Le startup e le PMI innovative potranno scegliere di costituirsi secondo questo nuovo status giuridico europeo, beneficiando di:
- Un unico insieme di norme valide in tutta l'UE per diritto societario, fallimentare, del lavoro e fiscale
- Costituzione rapida di un'impresa in meno di 48 ore
- Operare in tutta Europa con un solo set di regole: assumere dipendenti in Germania, vendere in Francia, aprire un ufficio in Spagna senza dover ogni volta adeguarsi a nuove normative nazionali
- Standardizzazione delle stock option per i dipendenti
La proposta, secondo la Bussola per la competitività presentata da Von der Leyen, dovrebbe essere formalmente avanzata nel primo trimestre del 2026.
Il sostegno dell'ecosistema tech
L'iniziativa ha raccolto un sostegno trasversale nell'ecosistema tecnologico europeo. La petizione EU Inc, nata nel 2023 per promuovere il 28esimo regime, ha raccolto decine di migliaia di firme e il supporto di aziende come Stripe, Wise, Revolut e DeepL, oltre che di investitori e venture capital quali Index, Atomico, Sequoia e Lightspeed.
Tra i sostenitori figurano personalità di spicco dell'imprenditoria tech come Niklas Zennström (fondatore di Skype), Paul Graham (co-founder di Y Combinator) e Patrick Collison (Stripe). Il commissario irlandese per la giustizia, Michael McGrath, è stato designato per guidare i lavori di implementazione.
I numeri di un ritardo che non possiamo più ignorare
I dati presentati da Von der Leyen a Torino e nei suoi interventi successivi disegnano un quadro allarmante del ritardo tecnologico europeo:
- Unicorni: A metà 2024, nel mondo esistevano oltre 1.400 unicorni (startup non quotate con valutazione superiore al miliardo di dollari). Più della metà si trova negli Stati Uniti. Europa e Cina sono ferme al 14% ciascuna.
- Fuga di talenti: Negli ultimi 15 anni, circa il 30% degli unicorni europei si è trasferito fuori dall'UE, principalmente verso gli Stati Uniti, a causa della mancanza di un ambiente normativo adeguato e di finanziamenti sufficienti.
- Capitalizzazione: Non esiste nessuna azienda dell'UE con una capitalizzazione di mercato superiore a 100 miliardi di euro che sia stata creata da zero negli ultimi cinquant'anni. Nel frattempo, solo negli ultimi due decenni, gli Stati Uniti hanno generato sei aziende tecnologiche con capitalizzazione superiore a questo limite.
- Fuga di capitali: Ogni anno, 300 miliardi di euro di risparmi dei cittadini europei finiscono per finanziare il mercato dei capitali americano, che poi – paradossalmente – li usa per acquisire aziende europee.
- Divario negli investimenti: In Europa solo il 24% della ricchezza finanziaria delle famiglie è investito in equity, contro il 42% negli Stati Uniti. Le aziende europee spendono 270 miliardi di euro in meno rispetto alle imprese statunitensi in ricerca e innovazione.
"Sappiamo che il numero di unicorni è ancora troppo esiguo e che un terzo di essi finisce per lasciare il nostro continente", ha ribadito Von der Leyen a Torino. "È un segnale di avvertimento che non possiamo ignorare".
Le sfide dell'implementazione
Nonostante l'ampio consenso politico, la strada verso il 28esimo regime non sarà priva di ostacoli. Esperienze passate, come la "Societas Europæa" (società europea), hanno dimostrato quanto sia difficile creare strumenti giuridici realmente uniformi quando 27 Stati membri vogliono mantenere le proprie prerogative legislative.
La chiave del successo, secondo gli esperti, sta proprio nell'approccio volontario: il 28esimo regime non impone cambiamenti alle legislazioni nazionali, ma offre un'alternativa per chi vuole operare su scala europea. È un compromesso che potrebbe funzionare dove altri tentativi hanno fallito.
Un tassello della strategia competitività
Il 28esimo regime si inserisce nella più ampia Bussola per la competitività europea, che punta a ridurre del 25% gli oneri amministrativi per le imprese e del 35% per le PMI. Von der Leyen ha dichiarato che "l'Europa ha tutto ciò che le serve per avere successo nella corsa verso la vetta. Ma, al contempo, dobbiamo correggere i nostri punti deboli per recuperare competitività".
La strategia si basa sulle raccomandazioni dei rapporti Draghi e Letta e include altre misure come l'Unione dei risparmi e degli investimenti, gigafabbriche dell'intelligenza artificiale, e piani d'azione per materiali avanzati, tecnologie quantistiche e robotica.
Al vertice europeo di Budapest nel novembre 2024, Von der Leyen aveva ribadito: "Le startup innovative ci dicono che è molto macchinoso per loro entrare nella dimensione del mercato unico, perché spesso devono confrontarsi con 27 diverse normative. Con il 28esimo regime, sarà dato loro accesso all'intero mercato unico e avranno la possibilità di crescere".
Da Strasburgo a Torino: una strategia coerente
L'intervento di Von der Leyen all'Italian Tech Week del 3 ottobre è arrivato poche settimane dopo il suo discorso sullo Stato dell'Unione a Strasburgo del 10 settembre 2025, in cui la presidente aveva già annunciato l'impegno sul 28esimo regime inserendolo in una strategia più ampia.
"Come sottolineato dal rapporto Letta, il mercato unico rimane incompleto, soprattutto in tre settori: finanza, energia e telecomunicazioni", ha dichiarato a Strasburgo, annunciando una tabella di marcia per il mercato unico fino al 2028 che include proprio il 28esimo regime insieme alla "quinta libertà per la conoscenza e l'innovazione".
Conclusioni: una sfida esistenziale per l'Europa
A un anno dalla presentazione del suo rapporto, Mario Draghi ha lanciato un monito chiaro: "Il nostro modello di crescita sta svanendo. Le vulnerabilità stanno aumentando. E non esiste un percorso chiaro per finanziare gli investimenti di cui abbiamo bisogno". Per Draghi, l'inazione di Bruxelles potrebbe minacciare la sovranità e la competitività economica europea.
Il 28esimo regime rappresenta una risposta concreta a questa sfida. Ma come ha detto Von der Leyen a Torino guardando i giovani innovatori presenti: "Quante volte vi è stato detto che puntavate troppo in alto? Quante volte avete pensato che non ci fosse più niente da fare? Eppure, siete qui. Non perché non abbiate mai fallito, ma perché avete sempre trovato la forza per rimettervi in carreggiata".
Il messaggio è chiaro: l'Europa ha il talento, ha i capitali, ha le competenze. Ciò che le manca è un ecosistema integrato che permetta a questi ingredienti di combinarsi e generare innovazione competitiva a livello globale. Il 28esimo regime è uno strumento per costruire questo ecosistema.
"Voglio che il futuro dell'intelligenza artificiale sia scritto in Europa", ha concluso Von der Leyen a Torino. "Voglio che la migliore Europa scelga l'Europa". La storia di Kong, di Marco e Augusto che hanno dovuto attraversare l'oceano per vedere riconosciuto il loro talento, non può più ripetersi. È questo l'obiettivo del 28esimo regime: permettere ai prossimi Kong di nascere e crescere qui, in Europa, nella loro casa.
Come ha detto Von der Leyen nel discorso sullo Stato dell'Unione: "Questo deve essere il momento dell'indipendenza dell'Europa. Un momento che possiamo cogliere se siamo uniti". Il 28esimo regime è uno dei pilastri su cui costruire questa indipendenza economica e tecnologica.
Resta da vedere se l'Europa saprà trasformare le parole in fatti, prima che sia troppo tardi.
Fonti e riferimenti
Documenti ufficiali:
- Commissione Europea - Discorso della Presidente von der Leyen sullo stato dell'Unione 2025 (10 settembre 2025)
- Mario Draghi - "The future of European competitiveness" (settembre 2024)
- Enrico Letta - "Much more than a market" - Rapporto sul mercato unico europeo (aprile 2024)
- Commissione Europea - Bussola per la competitività dell'UE (novembre 2024)
- Commissione Europea - EU Startup and Scaleup Strategy "Choose Europe to Start and Scale" (maggio 2025)
Interventi e conferenze:
- Ursula von der Leyen - Intervento all'Italian Tech Week, Torino (3 ottobre 2025)
- Ursula von der Leyen - Conferenza stampa al vertice europeo di Budapest (novembre 2024)
- Mario Draghi - Conferenza "A un anno dal rapporto Draghi", Bruxelles (settembre 2025)
Iniziative e movimenti:
- EU Inc - Petizione per il 28esimo regime fiscale europeo (https://euinc.org)
Articoli e analisi:
- ANSA - "Legge innovazione e 28esimo regime, in arrivo la strategia dell'Ue per le start-up" (maggio 2025)
- Borsa&Finanza - "EU Inc, cos'è il progetto del 28esimo regime fiscale europeo" (novembre 2024)
- EconomyUp - "Cos'è il 28° regime e perché è importante per l'innovazione delle imprese europee" (febbraio 2025)
- Euractiv - "Il 28esimo Stato virtuale: un ponte verso l'integrazione economica europea secondo Letta" (gennaio 2025)
- StartupItalia - "Choose Europe to Start and Scale, come funziona il nuovo piano della Commissione europea" (maggio 2025)