Comprendere la normativa sui cookie e implementare soluzioni efficaci per la gestione del consenso è diventato fondamentale per ogni sito web. Questa guida esplora le differenze tra le normative europee e statunitensi, analizza il funzionamento del Google Consent Mode e confronta le principali soluzioni per la gestione dei consensi.
Comprendere la normativa sui cookie e implementare soluzioni efficaci per la gestione del consenso è diventato fondamentale per ogni sito web. Questa guida esplora le differenze tra le normative europee e statunitensi, analizza il funzionamento del Google Consent Mode e confronta le principali soluzioni per la gestione dei consensi, con gli ultimi aggiornamenti al 2025.
In Europa, la protezione dei dati personali e la privacy online sono disciplinate principalmente da due normative:
Entrato in vigore nel 2018, il GDPR impone requisiti stringenti sul trattamento dei dati personali, stabilendo principi fondamentali:
Per raccogliere e trattare dati personali (inclusi identificatori online come i cookie), è necessario avere una base giuridica valida come il consenso esplicito dell'utente, un interesse legittimo o un obbligo contrattuale.
Le violazioni del GDPR possono comportare sanzioni molto elevate, fino al 4% del fatturato globale dell'azienda.
La Direttiva ePrivacy (2002/58/CE, emendata nel 2009) si concentra specificamente sulla riservatezza nelle comunicazioni elettroniche, includendo l'uso di cookie e tecnologie di tracciamento.
L'articolo 5(3) della Direttiva stabilisce che è obbligatorio ottenere il consenso preventivo dell'utente prima di archiviare o accedere a informazioni sul suo dispositivo, salvo eccezioni (come i cookie tecnici strettamente necessari).
In pratica, questo significa che i siti web europei devono:
Le autorità garanti della privacy europee hanno attivamente sanzionato le violazioni: ad esempio, la CNIL francese ha multato Google e Amazon tra il 2020 e il 2022 per aver depositato cookie di tracciamento senza un valido consenso.
Nel marzo 2024 è entrato in vigore il Digital Markets Act (DMA) dell'UE, che ha ulteriormente rafforzato i requisiti di consenso per le grandi piattaforme tecnologiche, con un impatto significativo sulla gestione dei cookie e del tracciamento. Questo ha portato aziende come Google ad aggiornare le proprie soluzioni di gestione del consenso.
Nel febbraio 2025, la Commissione UE ha ufficialmente ritirato la proposta di un nuovo Regolamento ePrivacy, mantenendo in vigore la Direttiva esistente. Ciò significa che i requisiti di consenso per i cookie rimangono quelli attuali, ancora vincolanti e oggetto di rigido enforcement in tutta Europa.
La Corte di Giustizia Europea ha emesso una sentenza significativa nel marzo 2024 riguardante il caso IAB TCF, con importanti implicazioni per l'implementazione del Transparency & Consent Framework, che le aziende stanno ancora assimilando.
Negli Stati Uniti, a differenza dell'UE, non esiste una legge federale generale sulla privacy paragonabile al GDPR. La regolamentazione avviene a livello statale e settoriale, con significativi sviluppi negli ultimi anni.
Il CCPA, entrato in vigore nel 2020, è stato rafforzato dal CPRA (in vigore dal 2023), avvicinandolo ulteriormente al modello europeo.
Il CPRA ha:
Tra il 2023 e il 2025, il panorama della privacy negli Stati Uniti ha subito una rapida evoluzione:
A gennaio 2025, ben 20 stati americani hanno ora leggi complete sulla privacy dei dati, con otto nuove leggi entrate in vigore proprio nel 2025. Questo significa che circa il 40% dei consumatori statunitensi ha ora diritti sulla privacy digitale. Tuttavia, la frammentazione normativa rappresenta una sfida significativa per le aziende, che devono navigare tra requisiti spesso simili ma non identici.
La California rimane all'avanguardia, con la CPPA particolarmente attiva nel 2024-2025. L'agenzia ha emesso diverse sanzioni significative, inclusa una multa di $6,75 milioni a un'azienda di software cloud nel 2024. Ha inoltre pubblicato nuove proposte di regolamenti su cybersecurity, valutazioni del rischio e tecnologie di decisione automatizzata (ADMT), con un periodo di commento pubblico aperto fino a giugno 2025.
Tra gli sviluppi più rilevanti per la gestione dei cookie, la California ha ampliato la definizione di "informazioni personali sensibili" per includere i "dati neurali" (informazioni generate misurando l'attività del sistema nervoso) e ha chiarito che le informazioni personali includono anche formati digitali e astratti, come quelli generati dall'intelligenza artificiale.
Il Delaware ha approvato una legge sulla privacy che, a differenza di altre, non esenta le organizzazioni no-profit e le istituzioni accademiche dalla sua copertura, ampliando significativamente l'ambito di applicazione.
A differenza dell'UE, il modello statunitense resta principalmente basato sull'opt-out anziché sul consenso preventivo. Un sito USA che serve utenti UE dovrà quindi adottare un banner conforme al GDPR per quegli utenti, mentre per gli utenti US potrebbe semplicemente mostrare un'informativa e un link di opt-out senza bloccare preventivamente i cookie.
L'Interactive Advertising Bureau (IAB) Europe ha sviluppato il Transparency & Consent Framework (TCF) come standard di settore per aiutare le aziende a gestire il consenso degli utenti in conformità con GDPR e Direttiva ePrivacy, particolarmente rilevante nel contesto della pubblicità digitale.
Il TCF ha avuto diverse iterazioni:
Il TCF v2.2 ha introdotto importanti modifiche:
Ad aprile 2025, IAB Tech Lab e IAB Europe hanno aperto per commento pubblico le specifiche tecniche di TCF v2.3, con periodo di commento fino al 19 maggio 2025. L'aggiornamento mira a fornire maggiore chiarezza per i vendor in scenari specifici in cui non è chiaro se sono stati divulgati all'utente, particolarmente importante quando un vendor intende elaborare dati per Scopi Speciali in base all'interesse legittimo.
Il cronoprogramma per TCF v2.3 prevede:
Per aiutare siti e inserzionisti a rispettare le scelte di consenso degli utenti, Google ha introdotto il Consent Mode, una soluzione tecnica che regola il comportamento dei tag Google in base allo stato di consenso dell'utente.
Nel novembre 2023, Google ha lanciato Consent Mode V2, con implementazione obbligatoria entro marzo 2024 per i siti che utilizzano servizi Google e raccolgono dati da utenti dello Spazio Economico Europeo (SEE). Questo aggiornamento è stato progettato specificamente per allinearsi con il Digital Markets Act (DMA) dell'UE.
Consent Mode V2 introduce due nuovi parametri oltre a quelli originali:
A differenza di ad_storage e analytics_storage, questi nuovi parametri non influenzano il comportamento dei tag sul sito stesso, ma sono parametri aggiuntivi inviati ai servizi Google per indicare come i dati degli utenti possono essere utilizzati.
Google Consent Mode V2 ha due modalità di implementazione:
È importante notare che alcuni esperti di privacy hanno sollevato dubbi sulla conformità della modalità avanzata con le normative sulla protezione dei dati, poiché i "ping" potrebbero rappresentare dati personali elaborati senza consenso.
Senza Google Consent Mode, le piattaforme pubblicitarie non possono acquisire dati sui nuovi utenti SEE, limitando significativamente la capacità di raccogliere dati sulle audience, misurare l'efficacia delle campagne e implementare strategie pubblicitarie mirate.
Con Consent Mode V2, i siti web possono continuare a raccogliere dati analitici di base anche quando gli utenti non hanno dato il consenso ai cookie, attraverso tecniche di modellazione avanzata che rispettano le preferenze di consenso.
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Per rispettare tutte queste normative, i siti web utilizzano piattaforme di gestione dei consensi (Consent Management Platform, CMP) che forniscono banner e interfacce per ottenere il consenso degli utenti e meccanismi per rispettare tali scelte.
L'IAB svolge un ruolo fondamentale nella certificazione delle CMP attraverso il framework TCF. Una CMP certificata IAB TCF v2.2 deve:
Nel 2023-2024, Google ha introdotto requisiti di certificazione specifici per le CMP che desiderano supportare Google Ads nell'UE e nel Regno Unito, con il principale requisito di conformità aggiornata all'IAB TCF. Le CMP certificate da Google possono utilizzare i prodotti Google Ads e sono incluse in un elenco ufficiale.
Una soluzione orientata in particolare ai siti costruiti con Webflow, con supporto completo per IAB TCF v2.2 e Google Consent Mode v2.
Vantaggi:
Svantaggi:
Ideale per: sviluppatori o agenzie che lavorano su Webflow, che vogliono controllo totale e design su misura.
Una soluzione plug-and-play aggiornata per supportare IAB TCF v2.2 e Google Consent Mode v2, ora con una certificazione Gold come Google CMP Partner.
Vantaggi:
Svantaggi:
Ideale per: piccoli siti o proprietari che vogliono mettersi in regola velocemente.
Iubenda è un'azienda italiana che offre una suite completa di strumenti per la compliance, completamente aggiornata per supportare IAB TCF v2.2 e Google Consent Mode v2.
Vantaggi:
Svantaggi:
Ideale per: business che cercano una soluzione professionale e globale, con minima manutenzione.
Una delle prime soluzioni CMP SaaS popolari, ora parte della piattaforma Usercentrics.
Vantaggi:
Svantaggi:
Ideale per: siti di medie dimensioni e aziende che vogliono delegare all'automazione la gestione dei cookie.
Una CMP emergente che offre una soluzione completa per l'integrazione con Google Consent Mode V2 e IAB TCF v2.2.
Vantaggi:
Svantaggi:
Ideale per: aziende che cercano una soluzione focalizzata sull'integrazione con Google Consent Mode V2.
Per grandi organizzazioni multinazionali esistono CMP enterprise come OneTrust, TrustArc, Didomi, Usercentrics, Osano, ecc.
Vantaggi:
Svantaggi:
Ideale per: grandi imprese con presenza globale e necessità di gestione complessa del consenso.
L'adeguamento alla normativa cookie/privacy richiede sia una comprensione legale delle diverse normative, sia l'implementazione di soluzioni tecniche appropriate.
In Europa vige un regime di consenso preventivo rigoroso, mentre negli USA prevale l'opt-out con obbligo di trasparenza, anche se le leggi statali stanno progressivamente evolvendo verso standard più stringenti, avvicinandosi al modello europeo.
Strumenti come Google Consent Mode V2 e IAB TCF v2.2/v2.3 aiutano a colmare il gap tra marketing e privacy, permettendo ai siti di utilizzare servizi di analytics e pubblicità rispettando al contempo le leggi sui cookie.
La scelta della piattaforma di gestione del consenso dipende da fattori come la dimensione del sito, le risorse tecniche disponibili, il budget e la necessità di conformità multinazionale. L'importante è garantire all'utente un vero controllo sui propri dati e permettere al sito di operare in modo trasparente e conforme alle leggi in vigore.
Le aziende che operano sia in Europa che negli Stati Uniti dovranno continuare a navigare un panorama normativo complesso e in evoluzione, adattando le proprie soluzioni di gestione del consenso alle diverse giurisdizioni.
In Europa (GDPR e Direttiva ePrivacy) vige un modello di opt-in: è necessario ottenere il consenso esplicito dell'utente prima di utilizzare cookie non essenziali. Negli USA (CCPA/CPRA e altre leggi statali) prevale invece un modello di opt-out: i cookie possono essere utilizzati finché l'utente non si oppone esplicitamente, e le aziende devono fornire un modo chiaro per rinunciare alla vendita/condivisione dei dati.
Solo i cookie "strettamente necessari" (o "tecnici") possono essere utilizzati senza consenso in Europa. Questi includono cookie essenziali per il funzionamento del sito, come quelli per l'autenticazione, per memorizzare gli articoli nel carrello di un e-commerce, o per la sicurezza del sito.
Il Google Consent Mode V2 è un'interfaccia che comunica a Google le scelte di consenso dell'utente. Introduce quattro parametri di consenso (ad_storage, analytics_storage, ad_user_data, ad_personalization) che regolano il comportamento dei tag Google. È importante perché permette ai siti di bilanciare la misurazione delle performance marketing con il rispetto della privacy, ed è diventato obbligatorio da marzo 2024 per i siti che utilizzano servizi Google in Europa.
La scelta dipende da diversi fattori: dimensione e traffico del sito, budget disponibile, competenze tecniche interne, piattaforma su cui è costruito il sito (es. Webflow, WordPress), e requisiti di compliance specifici. È anche importante verificare se la CMP è certificata IAB TCF v2.2 e supporta Google Consent Mode V2, soprattutto se si utilizzano servizi pubblicitari di Google.
In Europa, tecnicamente sì. Anche se il sito utilizza solo cookie essenziali, è comunque necessario informare gli utenti su quali cookie vengono utilizzati. Tuttavia, in questo caso non è necessario richiedere il consenso, quindi il banner può essere semplificato in un avviso informativo che non richiede interazione.
In Europa, le violazioni del GDPR possono comportare sanzioni fino al 4% del fatturato globale annuo o 20 milioni di euro, a seconda di quale sia maggiore. In California, le violazioni del CCPA/CPRA possono portare a sanzioni civili fino a $2.500 per violazione non intenzionale e $7.500 per violazione intenzionale, oltre a potenziali azioni legali da parte dei consumatori. Le autorità di regolamentazione sono diventate più attive nell'applicazione, con numerose multe significative emesse negli ultimi anni.
No, Google Consent Mode V2 non sostituisce il banner cookie, ma lavora in tandem con esso. È comunque necessario un sistema per raccogliere il consenso degli utenti (CMP), che poi comunicherà le preferenze al Consent Mode di Google per regolare il comportamento dei tag.
La soluzione migliore è implementare un sistema che riconosca la posizione geografica dell'utente e mostri l'interfaccia appropriata: un banner di consenso preventivo (opt-in) per gli utenti europei e un avviso con possibilità di opt-out per gli utenti statunitensi. Le CMP più avanzate offrono questa funzionalità di geo-targeting.
L'IAB Transparency & Consent Framework (TCF) è uno standard di settore che aiuta le aziende a gestire il consenso degli utenti in conformità con il GDPR e la Direttiva ePrivacy, particolarmente nel contesto della pubblicità digitale. Fornisce un meccanismo standardizzato per raccogliere, memorizzare e condividere le preferenze di consenso degli utenti tra publisher, inserzionisti e fornitori di tecnologia pubblicitaria. L'ultima versione, TCF v2.2, è stata progettata per migliorare la trasparenza e l'accountability, ed è stata sviluppata in risposta alle indicazioni delle autorità di protezione dei dati.
Il TCF v2.3, attualmente in fase di consultazione pubblica fino a maggio 2025, mira a fornire maggiore chiarezza per i vendor in scenari specifici in cui non è chiaro se sono stati divulgati all'utente. Questa distinzione è particolarmente importante quando un vendor intende elaborare dati per Scopi Speciali in base all'interesse legittimo. Le specifiche tecniche dovrebbero essere finalizzate entro la fine di maggio 2025, con un termine di implementazione previsto per il 1° febbraio 2026.