

L'era della raccolta gratuita di contenuti dal web sta finendo. Ecco come le nuove piattaforme stanno trasformando i bot AI da visitatori non paganti in veri clienti.
Per oltre vent'anni, il web ha funzionato su un patto non scritto: Google e altri motori di ricerca indicizzavano gratuitamente i contenuti dei publisher, mostravano snippet e riassunti nelle loro pagine, ma in cambio rimandavano traffico massiccio ai siti originali. I publisher accettavano questo "uso" dei loro contenuti perché ricevevano visibilità, lettori e, di conseguenza, ricavi pubblicitari.
Google News ha perfezionato questo modello: aggrega notizie da migliaia di fonti, mostra titoli e brevi estratti, ma ogni click porta l'utente al sito originale. Un equilibrio win-win che ha sostenuto l'ecosistema dell'informazione digitale.
Ora immaginate di gestire un sito di notizie e scoprire che ogni giorno migliaia di bot AI scansionano i vostri articoli, utilizzano i contenuti per alimentare i loro modelli e servire risposte complete agli utenti, senza mai rimandare traffico al vostro sito. AI che non genera link, e non genera click: risponde direttamente. Benvenuti nella realtà del 2025.
Secondo i dati di Cloudflare, entro la metà del 2025 l'80% dell'attività di crawling AI è destinata all'addestramento di modelli, mentre i referral verso gli editori (specialmente da Google) stanno diminuendo drasticamente. Il modello che ha funzionato per vent'anni si sta sgretolando: Google stesso, con i suoi AI Overviews, sta inviando sempre meno traffico ai siti originali. Il rapporto "crawl-to-refer" mostra numeri sconvolgenti: Anthropic ha un rapporto di 38.000 scansioni per ogni visitatore inviato al sito, mentre OpenAI raggiunge quota 1.700:1.
Ma cosa succederebbe se i bot potessero diventare clienti paganti invece che semplici consumatori gratuiti di contenuti? È tempo di un nuovo patto: se l'AI non può più garantire traffico di ritorno come faceva Google, deve almeno pagare per l'accesso ai contenuti.
A luglio 2025, Cloudflare ha annunciato di essere diventata la prima azienda di infrastruttura internet a bloccare i crawler AI per default, introducendo simultaneamente il sistema "Pay Per Crawl". La novità? Ogni nuovo dominio che si registra con Cloudflare viene ora chiesto esplicitamente se desidera permettere ai crawler AI di accedere ai contenuti.
Ma il vero game-changer è il marketplace dove gli editori possono richiedere compensi dalle aziende AI ogni volta che una loro pagina viene scansionata. Non più solo "permetti" o "blocca", ma una terza opzione: "fai pagare".
Prima ancora di Cloudflare, TollBit aveva iniziato a costruire questa infrastruttura. La startup, che ha recentemente raccolto $24 milioni nel Series A, ha creato una piattaforma dove i bot AI possono pagare direttamente i siti web per utilizzare i loro contenuti.
TIME e Adweek sono tra i primi clienti che stanno sperimentando questo modello, scoprendo che l'AI rappresenta una nuova categoria di clienti con esigenze specifiche.
Secondo un'analisi dettagliata, TollBit potrebbe già generare circa $71 milioni all'anno per i suoi partner editoriali. Ecco come:
Utilizzando un CPM tipico di $15 per i siti di contenuto, questo si traduce in $195.000 al giorno di potenziali ricavi per l'ecosistema TollBit, ovvero oltre $71 milioni annui.
TollBit suggerisce due livelli di pricing:
La differenza può essere sostanziale, rendendo questo un modello particolarmente interessante per contenuti premium e specializzati.
Un'analisi di TollBit su 160 siti web ha rivelato che le aziende AI hanno scansionato in media 2 milioni di volte nel Q4 2024. Ogni pagina è stata mediamente scansionata 7 volte.
Toshit Panigrahi, co-fondatore di TollBit, spiega: "Il traffico bot generato da queste piattaforme AI è quasi equivalente al traffico bot dei motori di ricerca che esistono da 20 anni, il che è incredibile."
DataDome ha stretto partnership sia con TollBit che con altre piattaforme per offrire una soluzione integrata: protezione in tempo reale dai bot malevoli e monetizzazione di quelli conformi.
I loro dati mostrano che il traffico AI è triplicato in soli sei mesi, passando dal 2,6% all'8,2% di tutto il traffico bot verificato.
Skyfire rappresenta un approccio diverso, costruendo un'intera rete di pagamenti per agenti AI autonomi. Con $8,5 milioni raccolti e partnership con aziende come DataDome, Skyfire mira a diventare l'infrastruttura di pagamento standard per l'economia AI.
Prima di analizzare i numeri, è importante sottolineare che il Pay Per Crawl non è conveniente per tutti. Per siti con traffico limitato, permettere l'accesso gratuito ai bot AI può essere strategicamente più vantaggioso: aumenta la discoverable dei contenuti nei sistemi AI, costruisce relazioni con le piattaforme emergenti e posiziona il sito come "AI-friendly" in vista di future opportunità.
La monetizzazione diretta diventa interessante solo quando i volumi giustificano la complessità gestionale e i costi di implementazione.
Prashanth Chandrasekar, CEO di Stack Overflow, riassume perfettamente la situazione: "Le piattaforme community che alimentano gli LLM dovrebbero essere compensate per i loro contributi così da poter reinvestire nelle loro community."
Con il commercio AI-to-AI proiettato a raggiungere $46 miliardi nei prossimi tre anni, gli editori che si posizionano presto in questo ecosistema potrebbero trovarsi con un vantaggio competitivo significativo.
Il "Pay Per Crawl" non è più fantascienza, ma realtà operativa. Per gli editori, la domanda non è se questo modello si affermerà, ma se e quando potranno adattarsi per catturarne il valore.
La verità scomoda: non tutti dovrebbero monetizzare subito. Per siti con traffico limitato (<50K visite/mese), mantenere accesso libero ai bot AI può essere più vantaggioso strategicamente, costruendo visibilità e relazioni per future opportunità. La soglia di convenienza per la monetizzazione diretta si raggiunge generalmente con volumi di traffico significativi.
Le proiezioni mostrano ricavi potenziali interessanti per publisher medi e grandi, specialmente per contenuti di qualità e traffico sostanziale. Tuttavia, il successo dipenderà dalla capacità di:
Per gli editori con traffico sostanziale disposti a sperimentare, il 2025 potrebbe essere l'anno in cui l'AI smette di essere solo un costo e diventa finalmente un'opportunità di business. Per tutti gli altri, può essere il momento di costruire le fondamenta per catturare questa opportunità in futuro.
Fonti principali: